sabato 17 gennaio 2015

Sul diritto d'autore

Chi mi conosce bene sa che l'attentato alla sede di Charlie Hebdo di Parigi mi ha scosso parecchio. Se c'è un'ideale in cui credo fortemente è quello della libertà di espressione e notare come alcune persone, dopo la vicenda, ne abbiano approfittato per attaccare l'Islam oppure, anche in maniera sottile, affermare: "con quelle vignette se la sono cercata" mi ha molto intristito.

Il livello di delusione è aumentato quando a tutto questo si è aggiunta la vicenda "vignette rubate", incredibile violazione dei diritti d'autore messa in atto dal Corriere della Sera a scapito di vari fumettisti.

Faccio il punto della situazione per chi questi giorni si è perso la polemica fumettisti VS. Corriere della Sera.

  • Il Corriere della Sera, in collaborazione con Rizzoli Lizard, ha messo in vendita un istant book dedicato a Charlie Hebdo, dove ha inserito una vasta serie di omaggi di vari fumettisti italiani (e non) condivisi i giorni precedenti dagli stessi nelle proprie pagine facebook. I proventi del volume dovevano andare in beneficienza alle famiglie delle vittime.
  • Il giornale ha fatto tutto questo senza chiedere il consenso degli autori e pubblicando delle vignette caricate a bassa risoluzione (nel caso di Leo Ortolani pubblicando una foto della sua vignetta postata dall'autore su facebook).
  • Gli autori, parecchio incazzati (e aggiungerei a ragione), si sono fatti sentire sulle loro pagine, facebook, sui loro blog e sui siti web, segnalando la scorrettezza indignati.
  • Dal Corriere della Sera sono arrivate delle "scuse" in cartaceo che suonano tanto di giustificazione, in cui si sottolinea la necessità di realizzare il volume in fretta e il fatto che i proventi del volume vadano in beneficienza, senza ammettere in maniera limpida il proprio errore.
Ora ho la necessità di dire la mia e sento di doverlo fare proprio qui.

Se fossi stata uno degli autori mi sarei davvero incazzata. Tralasciando (anche se lo considero un punto importante della faccenda) la scelta di scartare dal progetto le vignette di Charlie Hebdo ritenute offensive dalla testata (e siamo da capo, un velato modo di dire: "Se la sono cercata") che rende il progetto stesso incoerente, la scorrettezza nei confronti dei professionisti del settore è plateale e inconcepibile.

Tra l'altro  per sensibilità non avrai mai e poi mai permesso la pubblicazione; si tratta pur sempre di uomini uccisi barbaramente da terroristi, non avrei mai voluto essere accostata ad un prodotto del genere a prescindere.

Non si sa ancora bene cosa faranno i fumettisti beffati nei giorni a venire. Vi dico però come agirei io e, con questo, non voglio dire che le persone realmente coinvolte debbano ascoltarmi (al contrario e a priori mi unisco alla loro indignazione, unica cosa che realmente posso fare).

Se mi trovassi nelle loro condizioni e avessi i soldi necessari andrei per vie legali. E non lo farei per ottenere soldi o per sentirmi dire dal tribunale italiano: "Ilaria avevi tutte e ragioni". Ho passato una travagliata vicenda da testimone dentro le mura del tribunale di Fano e ho potuto constatare con i miei occhi quanto sia lenta la giustizia italiana e quanto sia palloso spesso fare la cosa oggettivamente più giusta. E in quel caso avevo assistito solo ad un atto vandalico.

Andrei per vie legali solo per un motivo: creare un precedente positivo in modo da dare la possibilità ad altri autori di essere tutelati in futuro, qualora accadesse di nuovo un fatto simile o, ancora meglio, per evitare che l'episodio si ripeta.

Ecco, magari non è così facile come sembra vincere una causa del genere e presumo che i diretti interessati si siano informati e decidano per il loro meglio consultando legali o roba simile. Ma io per il diritto d'autore lotterei. Farei davvero di tutto.

Avevo voglia di dirlo. Tutto qui.

Nessun commento:

Posta un commento