Sottigliezze anatomiche
Spesso per evitare di intortarci in attività poco proficue io e la mia
coinquilina non restiamo a casa, ma ce ne andiamo a fare gite fuori porta nelle
biblioteche di Milano. L’idea è sempre quella di studiare e preparare gli
esami. Non sempre l’intenzione si concretizza con la realtà. In questi casi,
già uscendo mi rendo conto che è una causa persa. La pazza, infatti, inizia
subito a scattare foto da che abbiamo lasciato casa. Da tali giornate otteniamo
mediamente una quarantina di scatti in cui siamo in viaggio, in attesa, sui
mezzi, in biblioteca, in gelateria e al parco.
La scenetta di oggi si è svolta in tram e ancora mi traumatizza. Sono
stanca e ho visibilmente dormito poco. La coinquilina è accanto a me e non
smette di parlare. Salta da un discorso all’altro, perdendo continuamente il
filo e riacquistandolo qualche minuto dopo. Mi scatta una decina di foto,
insultandomi nel frattempo per la mia incapacità di cogliere luce e angolazione
(ama la fotografia ma, per la legge del contrappasso, non conosce tra i suoi
amici nessun bravo fotografo in grado di ritrarla come vorrebbe e, OVVIO, le
lamentele ricadono per lo più tutte su di me).
Guarda la mia maglia, la solita
classica t-shirt nerd che indosso quando non ho proprio né tempo né voglia di
“infighettarmi”, sorride ed esordisce: <<Ma guarda come è brutto questo
Puffo!>>.
Io scatto, urlando: << NON E’ UN PUFFO! E’ SNOOPY CAZZO! I PUFFI SONO BLU! MA NON LO VEDI CHE E’ UN CANE?>>.
Con un sorriso alla Joker stampato in faccia mi ribatte: <<Ah ah ah! Ma che razza è? E’ proprio brutto!>>.
Io scatto, urlando: << NON E’ UN PUFFO! E’ SNOOPY CAZZO! I PUFFI SONO BLU! MA NON LO VEDI CHE E’ UN CANE?>>.
Con un sorriso alla Joker stampato in faccia mi ribatte: <<Ah ah ah! Ma che razza è? E’ proprio brutto!>>.
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